Rovato 5 stelle

11 marzo 2013

Il governissimo

Filed under: Politica,Societa — rovato5stelle @ 07:00
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ParlamentoItalianoGoverno o non governo? Alleanza o non alleanza? Ad una settimana dal voto leggendo i quotidiani italiani tutto sembra ruotare intorno al Movimento 5 Stelle su cui è stata scaricata una pressione mediatica e politica senza precedenti. Come se l’attuale situazione di incertezza e di crisi fosse dovuta all’exploit elettorale dei “grillini”.

Da cittadino mi sento un po’ confuso. Lasciando da parte i vari modi in cui siamo stati definiti, tanto per citarne alcuni: “fascisti del web”, “nazisti”, “comunisti”,  “demagoghi”, una domanda sta disturbando insistentemente il mio buon riposo.

Ma questa classe politica, che oggi ci parla di responsabilità, non è la stessa classe politica che siede in Parlamento da vent’anni e che ha ridotto allo sfascio lo stato sociale, che ha portato la tassazione a livelli insostenibili, che ha precarizzato il mondo del lavoro, che ha distrutto il sistema giudiziario, che ha evidenziato una commistione di interessi con il mondo finanziario e il sistema bancario, che ha ridotto a brandelli il nostro sistema sanitario e scolastico, che ha deturpato il nostro territorio nel nome del Dio cemento, che ha scaricato il peso della crisi economica sulle classi economicamente e socialmente svantaggiate?

Non è la stessa classe politica che mentre al paese venivano (vengono) chiesti sacrifici ai limiti della sopportazione,  andava all’Ikea con la scorta pagata da noi, comprava con i soldi pubblici nutella, fotocamere, ombrelli e brindava ad ostriche e champagne?

Oggi, dopo che i cittadini italiani hanno mandato un chiaro messaggio, ovvero: “la festa è finita”, questa stessa classe politica si permette di richiamare alla responsabilità il Movimento 5 Stelle?

Tanto per essere chiari, io sono profondamente convinto che l’Italia abbia bisogno di un cambiamento radicale, netto, completo! A mio parere l’alleanza con questa classe politica che ha ridotto il paese allo sfascio non garantisce questo cambiamento!  Ma questa è solo la mia personale posizione.

In ogni caso il nostro programma è lì. E su determinati punti del nostro programma,  a mio parere, il 90% circa dei cittadini è d’accordo.

Anche coloro che hanno votato Pd o Pdl.

Nello specifico parlo di: acqua pubblica; scuola pubblica; sanità pubblica; taglio delle spese militari; taglio delle Province; taglio stipendi parlamentari; massimo due legislature; taglio finanziamenti pubblici ai partiti; legge sul conflitto d’interessi; abolizione legge Biagi; reddito di cittadinanza; investimento in energie rinnovabili; detassazione PMI.

A questo proposito Pd e Pdl potrebbero dimostrare le loro buone intenzioni e il loro senso di responsabilità nei confronti del paese iniziando con il rifiutare i rimborsi elettorali.

La verità  però è un’altra. La verità è che non vogliono attuare questi punti del programma.

Anche se nel Pd e nel Pdl ci fossero personaggi disposti ad attuare tali proposte, i vertici di quei partiti e i poteri forti che stanno dietro quei partiti, li bloccherebbero con ogni strumento a loro disposizione. Il motivo è semplice: l’attuazione di alcuni di quei punti programmatici comporterebbe la scomparsa immediata del vecchio e stantio sistema di potere.

I media proiettano uno scenario confuso, nebuloso. Uno scenario all’interno del quale le varie forze politiche sembrano impegnate a tessere la complicata e delicata tela delle trattative per salvare l’Italia.

Io invece sono profondamente convinto che non ci sia alcuna confusione. E’ tutto chiaro.


Stanno terrorizzando noi cittadini e tentando di scaricare sul Movimento 5 Stelle la decisione che hanno già preso.

Ovviamente se fossi smentito, e cioè se effettivamente si formasse un governo che portasse avanti quei dieci/quindici punti necessari affinché si concretizzi quel cambiamento di cui parlavo, non potrei che essere contento.

E sarei contento perché a vincere non sarebbe solo il Movimento 5 Stelle. Vincerebbe l’Italia intera.

Vincerebbero gli italiani.

La speranza è sempre l’ultima a morire. Peccato che di solito muoia.

Articolo di Simone Luca Reale

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