Ancora storie di latte materno contaminato in Emilia Romagna in aree interessate dalla presenza degli inceneritori, mentre a Pisa i cittadini si organizzano per raccogliere firme a favore della chiusura delle attività dell’inceneritore di Ospedaletto.
Al pari di altri POP, le diossine, i furani e i PCB vengono trasportati al di là delle frontiere e costituiscono una minaccia per l’ambiente e per la salute umana in quanto si bio-accumulano attraverso la catena alimentare. Possono danneggiare il sistema immunitario, quello nervoso e il sistema endocrino, provocare disturbi della funzionalità riproduttiva, oltre ad avere una sospetta azione cancerogena. I feti e i neonati sono i più sensibili all’esposizione a tali sostanze.
La situazione di Brescia e provincia suona molto famigliare.
I sottoscrittori della raccolta firme chiedono che venga data attuazione a quanto richiesto con la petizione del 2007 e che pertanto l’inceneritore di Ospedaletto non riprenda la sua attività e che il denaro pubblico venga utilizzato per estendere il sistema di raccolta porta a porta a tutta la provincia, per promuovere iniziative di riduzione dei rifiuti e per la costruzione di impianti a freddo per il trattamento meccanico biologico del residuo della raccolta differenziata ( Leggi il vecchio articolo sul trattamento dei rifiuti di Vedelago ).
Tratto da: Informare per Resistere
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Commento di icittadiniprimaditutto — 21 gennaio 2012 @ 15:14 |